Nuova Lancia Delta 2029: Il ritorno dell'icona che ha fatto sognare generazioni di italiani
Dai, parliamoci chiaro. Quando si parla di Delta, non si parla di una macchina qualunque. Si parla di Storia, quella con la S maiuscola. Quel brivido che provavo da ragazzino quando sentivo il rombo inconfondibile di un 2000 turbo che spingeva la Deltona sugli sterrati del Mondiale Rally. E ora? Dopo anni di attesa, di speranze e di qualche delusione, sembra proprio che la Delta stia per tornare. E non una Delta qualsiasi: parliamo del modello che, secondo me e tanti altri appassionati, rappresenterà la vera cartina tornasole per capire se Lancia è davvero rinata o se stiamo assistendo all'ennesima operazione nostalgia destinata a svanire.

Lancia ci riprova: la Delta arriva nel 2029 (forse...)
Ascoltate, non voglio fare quello che vede tutto nero, ma di annunci ne abbiamo sentiti tanti negli ultimi anni. Questa volta però qualcosa si muove davvero. Luca Napolitano, CEO di Lancia, ha confermato il posticipo del debutto dal 2028 al 2029. Un po' una seccatura, lo so, ma meglio tardi che mai, no?
La strategia è chiara: prima la piccola Ypsilon, già arrivata nel 2024 con quel suo design che, diciamocelo, divide parecchio gli appassionati come me. Poi toccherà alla Gamma, prevista per il 2026, che non sarà un SUV vero e proprio (meno male, di SUV non ne possiamo già più). E infine lei, la Regina: la nuova Lancia Delta.
È curioso come mentre tutti corrono a lanciare SUV e crossover - guardacaso anche la "cugina" Alfa Romeo che ha messo nel cassetto la nuova Giulietta per sfornare l'ennesimo SUV - Lancia vada controcorrente. E questo, credetemi, è un bel segnale. Perché la Delta è la Delta. Non può essere un SUV. Non DEVE essere un SUV. Deve essere quell'equilibrio perfetto tra sportività , eleganza e quel pizzico di aggressività che ti fa girare per strada.
Come sarà fatta? Ho un po' di dubbi (e qualche speranza)
Napolitano ha detto che sarà "muscolare, sportiva e geometrica". Belle parole, ma speriamo non finisca come tanti altri casi in cui il marketing promette fuoco e fiamme e poi ti ritrovi l'ennesima berlina anonima con quattro loghi appiccicati. Le dimensioni dovrebbero essere intorno ai 4,4-4,5 metri, praticamente la grandezza giusta per essere riconoscibile come Delta senza diventare una barca.
Da quello che trapela, il design dovrebbe prendere spunto dal concept Pu+Ra HPE, che personalmente trovo intrigante ma un po' troppo futuristico per essere una vera Delta. Spero che abbiano il coraggio di andare oltre il concept, recuperando elementi iconici come i passaruota pronunciati e quella postura "piantata a terra" che rendeva unica l'Integrale.
Un aspetto che mi fa un po' storcere il naso è il frontale a "calice" reinterpretato con tre fasci di luce LED. Ok, è il nuovo family feeling Lancia, ma la Delta storica aveva un muso riconoscibile che non aveva nulla a che fare con questa soluzione. Mi piacerebbe vedere qualcosa di più specifico per la Delta, magari un omaggio più diretto al frontale squadrato dell'originale.
Mi raccomando, Lancia: non fate l'errore di creare un'auto generica con due o tre dettagli nostalgici appiccicati. La Delta deve essere Delta dalla prima all'ultima vite.
Elettrica, ibrida o che? Il dilemma della motorizzazione
Qua si apre un capitolo delicato. Gli integralisti dell'auto sportiva (e io un po' lo sono, lo ammetto) storceranno il naso di fronte a una Delta elettrica. Ma, andiamo, è il 2025 e dobbiamo guardare avanti. Inizialmente Lancia aveva parlato di un modello solo elettrico, ma ora si parla di una strategia "multi-energy", come va di moda dire oggi.
Personalmente, sono contento che ci sarà anche una versione ibrida. Non per una questione di prestazioni - le elettriche di oggi vanno che è una meraviglia - ma perché penso che una Delta senza almeno un po' di rombo sia come un piatto di pasta senza formaggio. Manca qualcosa.
La piattaforma dovrebbe essere la STLA Medium, anche se si è parlato anche della Small. Io scommetto sulla Medium, che permetterebbe di montare batterie fino a 98 kWh con autonomie che dovrebbero superare i 700 km. Non male, dai. Per gli amanti dei numeri, si parla di potenze tra i 210 e i 245 CV per la versione base elettrica.
Ma andiamo al sodo: quanto sarà potente la HF? Perché, diciamocelo, è quella che ci interessa davvero. Si vocifera di almeno 330 CV, con un sistema a doppio motore elettrico per garantire la trazione integrale. E questo è importante perché una Delta non può non essere integrale. Sarebbe come una pizza senza mozzarella. Possibile, ma perché farla?
HF Integrale: il nome che fa battere il cuore
Se c'è una cosa che mi fa venire i brividi è pensare a una nuova Delta HF Integrale. Quella sigla - HF, "High Fidelity" - è storia pura. Sei titoli mondiali costruttori consecutivi, quattro titoli piloti. Roba che nemmeno la Ferrari in F1 è riuscita a fare.
Ricordo ancora quel rombo inconfondibile, il sound cupo e rabbioso di quella Delta 16V Evoluzione che sputava fiamme dai terminali di scarico nei rally. Poi quella livrea Martini Racing... mamma mia!
La sfida per Lancia sarà enorme: come trasferire quelle sensazioni in un'auto moderna, magari elettrica? Come far emozionare chi ha vissuto l'epopea delle Delta nei rally? Io credo che sia possibile, ma serve coraggio. Serve andare oltre la ricetta facile dell'elettrico potente. Serve un'auto che sappia essere brutale quando serve e raffinata quando necessario, esattamente come la Delta Integrale storica.
Si parla anche di un possibile ritorno nel WRC. Sarebbe un colpo da maestri, anche se oggi il Rally è molto cambiato rispetto agli anni d'oro. Ma pensate che bello vedere una Delta con livrea HF sgommare di nuovo sugli sterrati mondiali!
Dentro è roba seria o solo schermi alla Tesla?
Qui tocchiamo un tasto dolente della produzione moderna. Tutti 'sti schermi. Tutte 'ste "interfacce utente". Ma un'auto non è uno smartphone, per la miseria!
Dal concept Pu+Ra HPE si intuisce che Lancia seguirà la moda del minimalismo tecnologico, con quel sistema chiamato S.A.L.A. (Sound Air Light Augmentation). Bel nome, ma spero che non si traduca nell'ennesimo abitacolo asettico dominato da uno schermone centrale.
Una vera Delta dovrebbe avere sedili che ti abbracciano, una posizione di guida perfetta, materiali che comunicano sportività ma anche classe. E sì, va bene la sostenibilità , ma per favore non fatemi trovare solo plastiche riciclate che sembrano cartone. Una Delta deve essere premium, anche dentro.
Mi piacerebbe vedere un omaggio alla plancia orizzontale della Delta originale, ma reinterpretata in chiave moderna. E poi voglio strumenti fisici, almeno per le funzioni importanti. Non voglio dover navigare in tre menu per abbassare il riscaldamento mentre sto guidando, grazie!
Made in Italy o solita globalizzazione?
Questo punto mi sta particolarmente a cuore. Una Delta prodotta in Cina o in chissà quale stabilimento estero non sarebbe una vera Delta. Dovrebbe uscire da una fabbrica italiana, con operai italiani che ci mettono quel know-how che ci ha reso famosi nel mondo.
Le voci dicono che probabilmente sarà prodotta a Pomigliano d'Arco, che non è Chivasso dove nascevano le Delta originali, ma almeno è Italia. E questo, credetemi, fa la differenza. Non solo per una questione di orgoglio nazionale, ma proprio per qualità costruttiva. Non è un caso se le auto italiane hanno quel non so che...
La produzione italiana sarebbe un segnale importante anche per il ritorno di Lancia nei mercati europei. Perché diciamocelo, una Lancia non prodotta in Italia sarebbe difficile da vendere come premium in paesi come Germania o Francia, dove i consumatori sono molto più attenti a queste cose rispetto a quanto pensiamo.
Confronto con la concorrenza: chi deve temere la Delta?
Guardiamoci intorno: il segmento C premium è dominato dalle solite note tedesche. Audi A3, BMW Serie 1, Mercedes Classe A. Tutte auto valide, per carità , ma tutte troppo "perfettine", troppo ingegneristiche. Manca quell'anima latina, quella capacità di emozionare che solo noi sappiamo creare.
La Delta ha una carta da giocare che gli altri non hanno: una storia vincente nei rally che ha pochi eguali. Mentre le tedesche si presentano come "la scelta razionale", la Delta può posizionarsi come "la scelta passionale ma intelligente". E credetemi, dopo anni di dominio tedesco, c'è fame di qualcosa di diverso.
Sul fronte elettrico, la concorrenza viene da modelli come la ID.3 di Volkswagen, che però è posizionata più in basso come qualità percepita. Se Lancia riuscirà davvero a creare una Delta elettrica con un'anima sportiva, potrebbe aprirsi un segmento tutto suo.
Delta 2029: simbolo di rinascita o ultimo canto del cigno?
Non voglio fare il menagramo, ma la sfida per Lancia è titanica. Il marchio viene da anni di abbandono, ridotto a vendere una sola Ypsilon ormai datata e solo in Italia. Il piano di rilancio è ambizioso, ma la strada è in salita.
La nuova Delta rappresenta il test definitivo: se funzionerà , vorrà dire che Lancia è tornata davvero. Se fallirà ... beh, meglio non pensarci.
Io continuo a credere che ci sia spazio per un marchio come Lancia. C'è troppa omologazione oggi, troppi SUV tutti uguali, troppi crossover indistinguibili. Una berlina compatta premium con un'identità forte come la Delta può ritagliarsi il suo spazio. Ma deve essere fatta bene, dannatamente bene.
Quanto costerà ? Preparate il portafogli...
Parliamoci chiaro: una Delta del 2029 con tutta la tecnologia che ci aspettiamo non sarà economica. Le indiscrezioni parlano di un prezzo base intorno ai 40-45.000 euro per le versioni ibride di ingresso, con un sovrapprezzo di 5-8.000 euro per le elettriche.
E la HF Integrale? Mettetevi l'anima in pace: probabilmente supererà i 60.000 euro. Non è poco, ma confrontatelo con i prezzi delle tedesche premium più performanti e improvvisamente non sembra più così assurdo.
Poi c'è da considerare una cosa: quando nel 1990 ho visto la prima Delta Evoluzione, costava uno sproposito rispetto a una utilitaria dell'epoca. Ma oggi quelle auto valgono una fortuna. Chissà che anche la nuova Delta non possa diventare un investimento oltre che un'auto da sogno?
Domande che mi fate sempre sulla nuova Delta
Ma arriverà davvero o è l'ennesimo annuncio destinato a svanire? Guarda, dopo anni in questo settore, ho imparato a diffidare degli annunci troppo anticipati. Ma questa volta ci sono segnali concreti: Lancia ha investimenti seri alle spalle grazie a Stellantis, ha presentato un piano credibile e sta rispettando le prime tappe con l'arrivo della nuova Ypsilon. Quindi sì, questa volta ci credo davvero.
Sarà solo elettrica? Io voglio il sound del turbo! Le prime indiscrezioni parlavano di una Delta solo elettrica, ma ora sembra che ci sarà spazio anche per versioni ibride. Naturalmente non aspettatevi un 5 cilindri turbo anni '90, ma almeno un po' di sound dovrebbe essere garantito. E poi, diciamocelo, le elettriche di oggi hanno una spinta che fa impallidire anche i vecchi turbo!
La versione HF sarà all'altezza della leggenda? Questa è la domanda da un milione di euro. È difficilissimo replicare il mito Delta Integrale con le tecnologie moderne e le restrizioni attuali. Ma se Lancia avrà il coraggio di fare qualcosa di davvero speciale, magari con un assetto dedicato, una taratura unica e alcune libertà stilistiche, potrebbe creare qualcosa di memorabile. Io spero in un team sviluppo con ex-piloti Lancia dei tempi d'oro come consulenti.
Tornerà nei rally? Ci sono voci di un possibile ritorno di Lancia nel WRC con la nuova Delta. Sarebbe fantastico, ma sono scettico sui tempi: per il 2029 il WRC sarà probabilmente molto diverso da quello attuale, con una elettrificazione ancora più spinta. Vedremo se Lancia avrà il coraggio di investire in un programma sportivo serio.
Quanto sarà italiana? Questa è una domanda cruciale. Una Delta prodotta fuori dall'Italia perderebbe molto del suo fascino. Le voci più attendibili dicono che sarà prodotta a Pomigliano d'Arco. Speriamo che sia così, perché una Delta deve essere italiana dalla prima all'ultima vite.
La storia di un mito: perché la Delta ci fa ancora sognare
Per capire l'hype attorno alla nuova Delta, bisogna fare un salto indietro. La Delta nasce nel 1979 come una tranquilla berlina disegnata da Giugiaro. Bella, certo, tanto da vincere il titolo di Auto dell'Anno 1980, ma niente di trascendentale.
È con l'arrivo della HF 4WD nel 1986 che cambia tutto. Quella scatoletta con trazione integrale e motore turbo diventa un'arma letale nei rally. E poi arrivano le evoluzioni: la Delta HF Integrale 8V, la 16V, e infine la mitica Evoluzione con quei passaruota enormi che la fanno sembrare un'auto da corsa con la targa.
Sei titoli mondiali costruttori consecutivi dal 1987 al 1992. Quattro titoli piloti. 46 vittorie nei rally mondiali. Nessun'altra auto può vantare un simile palmares. E non è solo questione di numeri: è quella sensazione di invincibilità , quel rombo inconfondibile, quel fascino brutale e raffinato allo stesso tempo.
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