Intelligenza Artificiale e Monopattini Elettrici: Un Binomio per la Sicurezza Urbana

 Marco Vena
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Introduzione

Dio santo, i monopattini elettrici. Sono ovunque ormai. Li vedo sfrecciare ogni mattina sotto casa mia a Milano, mentre cerco disperatamente di non versare il caffè appena preso al bar di Giacomo - quello all'angolo con le brioches alla crema che mi salvano le giornate più difficili. Pratici? Senza dubbio. Ecologici? Certamente. Sicuri? Beh, dopo che uno mi ha quasi investito martedì scorso mentre ero distratto a cercare le chiavi dell'ufficio, permettetemi di avere qualche dubbio.

Ho parlato con Luca di Mobility Trends e mi ha passato dei dati preoccupanti (anche se ha ammesso che sono parziali e soprattutto limitati alle grandi città). Nel 2023 gli incidenti con monopattini sono aumentati del 32% a Milano e del 27% a Roma. E questi sono solo quelli denunciati! Il mio amico Stefano, che fa il medico al San Raffaele, mi ha confessato davanti a una birra che ormai hanno una specie di "slot dedicato" nei weekend per quelli che lui chiama "gli spericolati delle due ruote elettriche".

Ma sembra che le cose stiano cambiando. La settimana scorsa, grazie a Martina che lavora per una startup di mobilità elettrica (e che mi doveva un favore dopo che l'ho aiutata a traslocare), ho avuto per tre giorni un prototipo di monopattino che usa l'intelligenza artificiale. E cavolo se fa la differenza.

Qui sotto vi racconto cosa sta succedendo in questo settore. Non sono un esperto di IA, ma l'ho provata sulla mia pelle, quindi prendetelo come il diario di un curioso, non come un'analisi tecnica approfondita.

Il Problema della Sicurezza nei Monopattini Elettrici

La situazione attuale

"Il problema principale? La gente è pazza. Io sul monopattino col telefono? Mai. Ma ne vedo almeno dieci al giorno", mi ha detto Marco mentre aspettavamo insieme che il suo ordine fosse pronto. Lo conosco perché consegna spesso pranzi nel mio ufficio, e usa il monopattino da quasi due anni per lavorare. Ha anche una cicatrice sul gomito che non ha problemi a mostrare - "caduta a febbraio, buca non vista, cellulare in mano, combo perfetta per un volo di tre metri".

I numeri fanno impressione. Stefano (il medico che citavo prima) mi ha mandato su WhatsApp una foto della loro lavagna interna dove tengono il conto degli accessi: in un weekend di giugno hanno avuto 12 accessi per incidenti in monopattino. "E non era nemmeno un weekend di movida pesante", ha commentato.

Ma perché succedono tutti questi incidenti? Ho chiesto in giro, anche nel gruppo Telegram dei pendolari milanesi di cui faccio parte:

  • Quasi tutti hanno citato la distrazione, ma in modi diversi. Marta ha scritto: "L'altro ieri ho visto uno che guidava, fumava E scriveva messaggi. Gli ho quasi gridato dietro"
  • Le buche sono un classico. Il gruppo ha una mappa condivisa delle "voragini cittadine" che viene aggiornata costantemente
  • Poi c'è l'effetto "prima volta". Giorgio mi ha raccontato di aver prestato il suo monopattino al cugino di 27 anni che "dopo due minuti era già per terra perché pensava di stare su una specie di skateboard"
  • Le regole? Quali regole? Questo è un tema che mi fa incazzare personalmente. L'altro giorno in via Tortona ho dovuto buttarmi di lato perché un ragazzino sfrecciava sul marciapiede. Gli ho urlato qualcosa, mi ha risposto con un gestaccio. Fantastico.

A proposito di marciapiedi: ieri l'altro, mentre passeggiavo in Brera (dovevo comprare un regalo per l'anniversario con Giulia e come al solito ero in ritardo), ho cronometrato per dieci minuti: su 7 monopattini passati, 5 erano sui marciapiedi. Due con ragazzi che indossavano il casco, gli altri completamente "liberi".

Mi è rimasto in mente un episodio preciso. Martedì sera, mentre mangiavo una pizza da Spontini (quella con i funghi che dovrebbe essere illegale per quanto è buona), ho visto un ragazzo in monopattino evitare per un pelo un signore anziano con un bastone. Gli ho detto "Forse dovresti stare più attento o almeno scendere in strada", e lui mi ha guardato come se gli avessi proposto di regalare il suo monopattino a uno sconosciuto. "E dove dovrei andare? In mezzo alle macchine?" E se n'è andato, lasciandomi con un pezzo di pizza a mezz'aria e un senso di impotenza.

L'impatto sulla percezione dei monopattini

Parlando con i miei vicini di casa, ho capito che i monopattini sono diventati il nuovo nemico pubblico. Soprattutto la signora Maria del terzo piano, che ha 76 anni e una paura blu di questi "aggeggi del demonio" come li chiama lei. Mi ha fermato l'altro giorno mentre portavo fuori il cane: "Alessandro, l'altro ieri uno mi è passato così vicino che ho sentito il vento. Non fanno nemmeno rumore, come faccio a sentirli arrivare con le mie orecchie?"

E ha ragione, dannazione. Il problema è che questi mezzi, che potrebbero davvero alleggerire il traffico cittadino (e dio solo sa quanto ne avremmo bisogno a Milano), rischiano di diventare la pecora nera della mobilità.

L'esempio perfetto è stata la riunione di condominio del mese scorso. Paolo del quinto piano aveva proposto di usare un pezzo del cortile per creare un parcheggio per monopattini e bici. Idea sensata, no? Macché. Si è scatenato il putiferio. La Monti ha iniziato a raccontare di quando sua nipote è stata "quasi investita", Gianfranco ha citato "l'assenza di regole", e persino Carla, che di solito è la più progressista, ha espresso dubbi sulla sicurezza. Proposta bocciata 7 a 3. E io ero tra quei tre, per la cronaca.

È in questo clima di sospetto che l'intelligenza artificiale potrebbe fare la differenza. Non come l'ennesimo gadget tecnologico, ma come quella cosa che potrebbe rendere i monopattini più sicuri per tutti.


Come l'Intelligenza Artificiale Sta Rivoluzionando la Sicurezza

La mia esperienza diretta

"Ti faccio provare una cosa che ti lascerà a bocca aperta" mi ha scritto Martina su WhatsApp un venerdì pomeriggio. Conosco Martina dai tempi dell'università, abbiamo fatto ingegneria insieme prima che lei mollasse per economia. Ora lavora per una startup che si occupa di mobilità elettrica. Ci siamo visti sabato mattina in un bar di Porta Venezia.

Sul tavolo, accanto ai nostri cappuccini, ha messo un telecomando che sembrava quello di una PlayStation. "È il controller di prova per il firmware. Il monopattino è giù, se vuoi facciamo un giro."

Mi aspettavo uno di quegli aggeggi futuristici che sembrano usciti da Blade Runner, invece era un normalissimo monopattino nero, un po' più robusto della media. "Ha una telecamera qui, vedi? E sensori qui e qui" mi ha spiegato, indicando punti che onestamente sembravano identici al resto del mezzo.

Ho accettato di provarlo, più che altro perché Martina è una che sa insistere. E poi, chi rifiuterebbe la possibilità di giocare con un prototipo?

La prima sorpresa è arrivata quasi subito. Mentre guidavo sul marciapiede (lo so, lo so, ma era per testare), il monopattino ha emesso un suono fastidioso, tipo quello che fa il microonde quando hai scaldato qualcosa. Sul display è apparso un messaggio: "Zona pedonale rilevata - Velocità limitata".

"Stai scherzando?" ho chiesto a Martina, che mi seguiva in bici con un sorrisetto. "Continua, vai verso quel gruppo di persone là in fondo" mi ha detto.

Mi sono avvicinato a un gruppetto di turisti che fotografavano un palazzo. Prima ancora che potessi avvicinarmi troppo, il monopattino ha vibrato sotto i miei piedi e ha rallentato ulteriormente. Un segnale acustico diverso, più discreto, mi ha fatto notare la presenza di pedoni.

"È questo il potere dell'intelligenza artificiale, non ti rendi nemmeno conto che sta lavorando finché non ti serve davvero" mi ha spiegato Martina mentre ci fermavamo al semaforo. "Il bello è che impara. Più lo usi, più diventa bravo a capire il tuo stile di guida e ad anticipare i rischi."

Le tecnologie in campo

Incuriosito da questa esperienza, ho bombardato di domande il fidanzato di Martina, Francesco, che è un ingegnere software e conosce bene queste tecnologie. Ci siamo visti per una birra e mi ha spiegato che i sistemi più avanzati funzionano combinando diverse tecnologie:

"Pensa ai sensori come a delle mini-versioni di quelli delle auto a guida autonoma," mi ha detto mentre scarabocchiava uno schema su un tovagliolo di carta. "Rilevano distanze e oggetti, ma da soli non bastano."

La vera rivoluzione, mi ha spiegato, è nell'uso della computer vision: "Il monopattino vede, letteralmente. E non solo vede, ma riconosce cosa sta vedendo grazie agli algoritmi di IA. Sa distinguere una persona da un cestino dei rifiuti, una macchina parcheggiata da una in movimento."

Gli ho chiesto se questi sistemi non siano troppo complicati e costosi per un semplice monopattino. Mi ha guardato con quell'espressione di pazienza che hanno gli esperti quando parlano con i profani: "Il mio smartwatch ha più potenza di calcolo di quella che serviva per andare sulla Luna. La sfida non è la potenza, ma ottimizzare gli algoritmi per non prosciugare la batteria in mezz'ora."

Casi reali: aziende all'avanguardia

Su consiglio di Francesco, ho contattato alcune aziende che stanno lavorando in questo settore. La risposta più interessante è arrivata da Voi Technology. Mi aspettavo il classico comunicato stampa preconfezionato, invece mi ha risposto Elsa, una product manager svedese che parla un italiano migliore del mio.

"Abbiamo lanciato il sistema 'Pedestrian Detection' a Stoccolma e Helsinki," mi ha scritto in una mail piuttosto dettagliata. "I numeri sono ancora preliminari, ma il feedback è stato sorprendente. Ti dico solo che le segnalazioni di 'quasi incidenti' con pedoni sono calate del 47% nei primi due mesi."

Un'occasione di lavoro mi ha portato proprio a Stoccolma tre settimane fa (dovevo fotografare un evento aziendale, è il mio secondo lavoro quando non scrivo), e ho approfittato per provare uno di questi monopattini. Il sistema funziona davvero! Quando ho provato deliberatamente a salire su un marciapiede affollato, il monopattino ha gradualmente ridotto la potenza, rendendo la manovra così faticosa che ho desistito naturalmente. Geniale nella sua semplicità.

Ho provato anche a contattare Lime, uno dei big player nel settore. Zero risposte ufficiali, ma un amico che ci lavora come tecnico (e che preferisce restare anonimo) mi ha confermato che stanno testando un sistema simile, con un twist interessante: "Non solo identifica quando sei sul marciapiede, ma ti manda una notifica. E se lo fai più volte, ti blocca temporaneamente l'account." Non male come deterrente.

La sorpresa più grande è arrivata da un garage alla periferia di Milano. Luigi Rossi, ex ingegnere Ferrari con la passione per la mobilità sostenibile, ha fondato una piccola startup che sta sviluppando kit aftermarket per aggiungere funzionalità di IA ai monopattini esistenti.

"Mi mostri il tuo?" mi ha chiesto appena sono entrato nel suo laboratorio/garage. Gli ho detto che non avevo portato il mio monopattino.

"No, il telefono. La nostra soluzione funziona con una semplice action cam e un'app sul telefono." Mi ha mostrato un prototipo che sembrava una GoPro con degli attacchi personalizzati. "Costa un quarto di un monopattino nuovo, ma ti dà l'80% delle funzionalità di sicurezza."

L'idea mi è sembrata brillante nella sua semplicità. Invece di aspettare che tutti comprino nuovi monopattini costosi, perché non rendere più intelligenti quelli esistenti?

I Vantaggi Concreti dell'AI nei Monopattini Elettrici

Storie di utenti reali

Grazie a Martina, sono entrato in contatto con alcune persone che stanno già utilizzando monopattini con sistemi di IA. Le loro storie sono più interessanti di qualsiasi specifice tecnica.

Paolo lavora nel marketing digitale e usa il monopattino per andare in ufficio tutti i giorni, circa 4 km a tratta. Ha comprato un modello con IA tre mesi fa, dopo una brutta caduta. "La prima volta che ha frenato da solo stavo per lanciarmi in avanti," mi ha raccontato mentre prendevamo un caffè nella sua pausa pranzo. "Non avevo visto un'auto che usciva dal parcheggio sotterraneo, letteralmente non era nel mio campo visivo. Il monopattino l'ha rilevata e ha ridotto la velocità. Da quel giorno, mi fido ciecamente."

Per capire meglio, ho creato una chat di gruppo WhatsApp e ho invitato Paolo, tre suoi amici che usano monopattini simili, e due persone che ho conosciuto tramite un forum di mobilità elettrica. In tre settimane di chat sono emerse cose interessanti:

"Ieri pioveva come Dio la mandava," ha scritto Giulia, un'architetta di 29 anni che usa il monopattino per visitare i cantieri. "Il mio ha automaticamente limitato la velocità a 15 km/h invece dei soliti 25. All'inizio mi ha dato fastidio, poi ho realizzato che con quella pioggia non avrei comunque potuto andare più veloce senza rischiare."

Marco, il rider che conoscevo già, ha aggiunto: "La differenza più grande? Lo stress. Prima ero sempre teso, dovevo guardare ovunque contemporaneamente. Ora è come avere un angelo custode elettronico."

La testimonianza più curiosa? Quella di Riccardo, 45 anni, che giura che da quando usa un monopattino con IA, sua moglie ha smesso di preoccuparsi quando esce: "Prima mi chiamava due-tre volte per ricordarmi di stare attento. Ora sa che non dipende solo da me, e si fida di più."

Non solo sicurezza individuale

Mentre raccoglievo queste testimonianze, mi sono imbattuto in un aspetto che non avevo considerato. Questi monopattini non sono solo più sicuri per chi li usa, ma potrebbero rappresentare una risorsa per le nostre città.

Durante un aperitivo organizzato da un amico assessore (che preferisce non essere nominato perché, parole sue, "la politica è un campo minato e non voglio esplosioni"), ho scoperto che alcuni comuni stanno valutando partnership con aziende di sharing proprio per raccogliere dati urbanistici.

"Se avessimo una mappa in tempo reale delle strade più pericolose, sapremmo esattamente dove intervenire," mi ha spiegato, mentre ordinava un altro spritz. "I monopattini diventerebbero sensori mobili, occhi e orecchie sulla città."

L'idea mi ha colpito. Pensavo all'IA nei monopattini solo come strumento di sicurezza personale, ma la dimensione collettiva apre scenari molto più interessanti.

A quanto pare, non è solo una teoria. A Helsinki (sì, ancora Helsinki - i nordici sono sempre avanti), i dati raccolti dai monopattini di Voi hanno aiutato l'amministrazione a identificare tre incroci particolarmente pericolosi, che sono stati riprogettati con nuove piste ciclabili.

Ho visto un esempio concreto di questi dati visualizzati durante un workshop sulla mobilità sostenibile a cui mi sono imbucato grazie a un'amica giornalista. Sembrava la mappa termica di un tornado: punti rossi intensi dove si concentravano i rischi, aree blu tranquille, e tutto il gradiente in mezzo. "Questa è via Padova alle 18:30 di un venerdì," ha spiegato il presentatore. E infatti, era un mare di rosso.

Sfide e Limitazioni

Non è tutto oro quello che luccica

Sarei disonesto se dicessi che è tutto fantastico. Dopo settimane a esplorare questo mondo, ho trovato anche diversi punti critici che vale la pena menzionare.

Il prezzo, innanzitutto. Ho chiesto preventivi in tre negozi diversi, e il sovrapprezzo per i modelli con IA è significativo: dal 30% fino al 50% in più. "È come passare da una Panda a una Golf," mi ha detto Roberto, titolare di un negozio in Bovisa, con quella franchezza tipicamente milanese. "Devi decidere quanto vale per te la sicurezza."

E poi c'è la questione dell'autonomia, che per me è fondamentale. A cosa serve un monopattino intelligente se muore dopo pochi chilometri? Ho fatto delle prove concrete: ho preso in prestito due modelli identici della stessa azienda, uno con IA e uno standard, e li ho usati in giorni alternati sullo stesso percorso casa-ufficio.

Il risultato? Con una carica, il modello base mi ha permesso di fare l'andata e ritorno per tre giorni consecutivi prima di dover ricaricare (circa 32 km totali). Con quello "intelligente" sono arrivato a malapena a due giorni e mezzo (circa 26 km). Non è drammatico, ma è una differenza che si nota, soprattutto se si usa il monopattino intensivamente.

"È il prezzo del progresso," mi ha detto Francesco, l'ingegnere che citavo prima, quando gli ho mostrato i dati. "Le prime auto elettriche facevano 100 km con una carica, ora arrivano a 500. È questione di tempo."

Un altro aspetto critico, che mi ha fatto storcere il naso, riguarda la privacy. Ho chiesto esplicitamente a tutte le aziende che ho contattato: cosa succede alle immagini catturate dalle telecamere? Le risposte sono state vaghe e, francamente, poco convincenti.

"Vengono elaborate localmente e poi scartate," mi ha assicurato il rappresentante di un'azienda che non nominerò. Ma quando ho chiesto dettagli tecnici specifici, ha cambiato discorso. Come giornalista (e come persona che tiene alla privacy), questo mi ha lasciato perplesso.

 

Il Futuro dell'AI nella Micromobilità

Verso dove stiamo andando

Grazie a Martina, ho avuto l'occasione unica di visitare un laboratorio di R&D dove si stanno sviluppando i monopattini di prossima generazione. Ho dovuto firmare un NDA lungo come la Bibbia, quindi non posso rivelare nomi o dettagli specifici, ma posso dirvi che il futuro è molto più vicino di quanto pensiate.

Ho visto prototipi che non si limitano a "vedere" l'ambiente circostante, ma che comunicano attivamente tra loro. Immaginate di avvicinarvi a un incrocio cieco e di ricevere un avviso perché un altro monopattino sta arrivando da una strada laterale. Non è fantascienza, è già realtà nei test.

La cosa che mi ha fatto letteralmente cadere la mascella è stata una dimostrazione di integrazione con le infrastrutture urbane. Un monopattino che "parlava" con un semaforo intelligente, modulando la velocità per arrivare all'incrocio esattamente quando il semaforo diventava verde. "Modalità onda verde," l'hanno chiamata. Ho pensato a quante volte ho dovuto frenare bruscamente arrivando a un semaforo, e a quanta energia si potrebbe risparmiare con un sistema del genere.

Ma la vera chicca l'ho vista in un angolo del laboratorio: un casco che comunica con il monopattino. "Monitora il tuo livello di attenzione," mi ha spiegato uno sviluppatore dall'età indefinibile tra i 25 e i 40, con gli occhi lucidi di entusiasmo. "Se ti distrai o, peggio, se rileva segnali di stanchezza, il monopattino adotta un profilo di guida più conservativo."

Gli ho chiesto se si accorge anche se sei ubriaco. Ha sorriso e ha detto: "Stiamo lavorando anche su quello." E ho avuto un flashback delle decine di monopattini abbandonati che vedo ogni domenica mattina fuori dai locali di Porta Ticinese.

La prospettiva degli esperti

Per capire meglio dove sta andando questo settore, ho convinto un mio ex compagno di liceo, ora professore associato di Ingegneria dei Trasporti a Bologna, a parlare con me. Marco (sì, un altro Marco - giuro che conosco anche persone con altri nomi) è sempre stato brillante, e ora è consulente per diverse aziende di mobilità.

Ci siamo visti nel suo appartamento bolognese, una di quelle case piene di libri fino al soffitto che fanno sentire immediatamente inadeguati. Gli ho raccontato tutto quello che avevo scoperto, e lui ha annuito con quell'aria da "lo sapevo già" che mi faceva impazzire anche ai tempi della scuola.

"Alessandro, stai vedendo solo la punta dell'iceberg," mi ha detto mentre versava del vino che probabilmente costava quanto il mio affitto mensile. "La vera rivoluzione non sono i monopattini intelligenti isolati, ma l'ecosistema di mobilità che si sta creando. Quando ogni veicolo, dal monopattino all'autobus, potrà comunicare con gli altri e con l'infrastruttura, avremo città completamente diverse."

Secondo Marco, nei prossimi anni vedremo una progressiva integrazione di questi sistemi, con costi sempre più accessibili. "È come per gli smartphone. Il primo iPhone costava quanto uno stipendio, ora un telefono decente costa poche centinaia di euro. La stessa cosa succederà con i monopattini intelligenti."

"Il monopattino elettrico tradizionale è stata la prima ondata, l'aggiunta dell'intelligenza artificiale è la seconda," ha concluso mentre tornavamo dalla stazione dove mi avrebbe accompagnato. "La terza ondata? L'integrazione totale. E sarà uno tsunami."

Guida all'Acquisto: Come Scegliere un Monopattino con AI

Da quasi-trentenne milanese che usa il monopattino come mezzo principale per muoversi in città (e che ha provato sulla sua pelle cosa significa fare un volo di qualche metro sull'asfalto), voglio condividere alcuni consigli pratici per chi sta valutando l'acquisto di un modello con intelligenza artificiale.

Cosa cercare

In base alla mia esperienza e alle decine di conversazioni avute con esperti e altri utilizzatori, ecco gli aspetti chiave:

La qualità del sistema di rilevamento ostacoli è il primo aspetto da considerare. Durante le mie prove, ho notato differenze abissali: alcuni modelli reagiscono solo quando sei praticamente addosso all'ostacolo (inutile, direi), mentre i migliori anticipano la situazione con margine. Al negozio di Bruno in zona Navigli, ho testato cinque modelli diversi con un semplice esperimento: mi sono fatto lanciare una palla davanti mentre guidavo. Solo due hanno reagito in tempo.

Un altro aspetto fondamentale: come ti parla il monopattino? Alcuni usano luci LED che personalmente trovo inutili in pieno giorno. Altri hanno sirene così forti che sembri un'ambulanza. I migliori, secondo me, combinano vibrazioni sul manubrio (come quelle dei controller dei videogiochi) e suoni discreti ma efficaci. Il modello che ho provato da Fabio, un amico che colleziona mezzi elettrici come altri collezionano francobolli, vibrava in modo diverso a seconda della direzione del pericolo: geniale!

Non sottovalutate l'app collegata. Alcune sono orribili, lente e controintuitive. La migliore che ho provato permette di personalizzare ogni aspetto: la sensibilità dei sensori (più alta in centro città, più bassa in periferia), il tipo di avvisi, e persino la aggressività della frenata automatica. E no, non vi dirò quale marca è perché non voglio fare pubblicità gratuita (ma se mi contattate in privato ve lo dico).

Alcuni modelli che ho provato personalmente

Segway-Ninebot KickScooter Max G2: L'ho avuto in prestito per 18 giorni esatti (dovevo restituirlo per contratto, altrimenti me lo sarei tenuto). Il sistema RideSafe è impressionante, soprattutto nel rilevare le buche - una feature cruciale a Milano, dove l'asfalto sembra un campo di battaglia. La batteria dura quanto promesso anche con i sistemi AI attivi, e questo è raro. Costa un rene (intorno agli 800€), ma dopo averlo restituito ho seriamente considerato di vendere un rene.

Xiaomi Mi Electric Scooter 4 Ultra: Prezzo più accessibile (sui 600€, che è comunque un salasso), funzionalità AI più basilari ma efficaci. Ottimo nel rilevare le buche, un po' meno reattivo con gli ostacoli in movimento. L'autonomia è onesta: dichiarano 30 km, io ne ho fatti 23 con una carica in condizioni reali (cioè salendo e scendendo dai marciapiedi quando non c'erano alternative, non ditelo alla polizia). Perfetto per chi vuole iniziare senza vendere un organo.

Apollo Pro: È lo Stradivari dei monopattini, e costa come uno Stradivari (1.300€ circa). L'ho provato solo per un weekend grazie a Luigi, il guru delle modifiche di cui parlavo prima. Il sistema Vision+ è allucinante: distingue un bambino da un adulto, un cane al guinzaglio da uno libero, e persino una porta di auto che si sta aprendo. Durante un test nel centro di Bologna, si è fermato completamente quando un bambino è sbucato correndo da un vicolo - una frazione di secondo prima che io stesso lo vedessi. Se siete maniaci della sicurezza e avete un budget sostanzioso (o un organo di riserva da vendere), questo è il vostro monopattino.

Il mio consiglio personale, senza peli sulla lingua

Se dovessi comprarne uno oggi, con i miei soldi duramente guadagnati? Andrei sul Segway-Ninebot KickScooter Max G2. Non è il più avanzato tecnologicamente, ma offre il miglior rapporto qualità-prezzo-funzionalità. E soprattutto, ha un'autonomia reale che ti permette di usarlo per giorni senza l'ansia da ricarica.

Per chi ha un budget limitato, lo Xiaomi è un'ottima porta d'ingresso nel mondo dei monopattini con AI. Certo, non è perfetto, ma è come passare da una Cinquecento a una Tipo: non è una Ferrari, ma la differenza si sente eccome.

Un consiglio spassionato: qualunque modello scegliate, fate un test approfondito prima dell'acquisto. Non fidatevi delle specifiche o delle recensioni online (nemmeno della mia!). Ogni persona ha uno stile di guida diverso, e ciò che funziona per me potrebbe non funzionare per voi.

E ricordate: la tecnologia in questo settore evolve alla velocità della luce. Il modello più avanzato di oggi sarà superato tra pochi mesi. Non inseguite l'ultimo grido se non ne avete davvero bisogno.

Conclusioni: Una Rivoluzione Silenziosa

Dopo quasi due mesi a esplorare il mondo dei monopattini elettrici con intelligenza artificiale, mi ritrovo con sentimenti contrastanti. Da un lato, sono genuinamente entusiasta: questa tecnologia può salvare vite, o almeno ginocchia e gomiti. Dall'altro, sono realista: siamo ancora agli inizi, i prezzi sono alti e le normative non sono ancora pronte.

Quello che posso dirvi, però, è che la differenza tra guidare un monopattino tradizionale e uno con AI è come passare dal guidare una macchina senza cinture di sicurezza a una con airbag e ABS. Non ti accorgi di quanto sia importante finché non ti evita un incidente.

Mi sono trovato più volte a pensare "cavolo, non l'avevo proprio visto" quando il monopattino reagiva a un pericolo. E questo, per uno che usa il monopattino tutti i giorni per andare al lavoro, vale più di qualsiasi feature tecnologica all'ultima moda.

Credo che nei prossimi anni questa tecnologia diventerà standard, esattamente come è successo con l'ABS nelle auto. I prezzi scenderanno, i sistemi diventeranno più efficienti, e forse, finalmente, i monopattini smetteranno di essere visti come un pericolo pubblico.

Ci saranno sfide, ovviamente. La privacy rimane un punto interrogativo gigante (e lo dico da persona che ha disinstallato WhatsApp per questioni di privacy, salvo poi reinstallarlo una settimana dopo perché nessuno rispondeva alle mie mail). L'autonomia dovrà migliorare, e le normative dovranno adeguarsi.

Ma il messaggio che voglio lasciarvi è questo: il futuro è già qui, solo che costa ancora troppo. Se state valutando l'acquisto di un monopattino elettrico e potete permettervelo,

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